febbraio è il mese che il calendario rotariano dedica alla pace ed alla prevenzione dei conflitti. E le nostre certezze, in merito alla pace, sono state duramente poste in discussione negli ultimi due anni.
La nostra generazione non aveva mai percepito la guerra come una possibilità concreta, e tutti noi avevamo pensato che la pace fosse un a sorta di diritto acquisito, sancito dalle garanzie fondamentali dell’Unione Europea di cui rappresentava elemento fondante.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, una guerra nel centro dell’Europa, a soli 2500 km di distanza, ha improvvisamente fatto crollare queste convinzioni, e ci ha riportato indietro nel tempo, quando le controversie tra stati sovrani venivano risolte ricorrendo alle armi. Peraltro, si è avuto subito la sensazione che questa guerra ripercorresse le caratteristiche dell’ultima guerra mondiale, senza risparmio di civili (le guerre dei secoli precedenti il ventesimo erano in un qualche modo “cavalleresche”, cioè si combattevano tra gli eserciti, risparmiando le popolazioni inermi…).
Questa percezione è stata ulteriormente confermata dal recentissimo conflitto Israelo-Palestinese, scatenato dalle efferatezze di Hamas ma che si è rapidamente trasformato in una vera tragedia per la popolazione inerme della striscia di Gaza.
La pace rappresenta la prima via di azione del Rotary, che si prefigge di costituire e rappresentare una rete internazionale animata innanzitutto alla ricerca della armonia tra i popoli nel mondo. E, a tal fine, il Rotary ha istituito 7 centri per la pace nei quali finora sono stati formati circa 1700 borsisti, veri e propri ambasciatori di pace nel mondo, una delle quali, riferirà il 21 febbraio da Makerere i risultati finali del suo lavoro di matching tra le popolazioni femminili durante i conflitti in Ucraina e Sudan. La nostra borsista è supportata dal distretto e dalla commissione Rotary Foundation che ha fortemente appoggiato la sua candidatura.
A proposito della Rotary Foundation vi ricordo la visita del past Presidente Internazionale Barry Rassin, che sarà a Napoli per incontrare i Major Donors ma che tutti noi ascolteremo il 25 febbraio all’hotel San Francesco al Monte a Napoli…
I presupposti di lavoro dei nostri ambasciatori di pace sono anche le premesse del convegno “Prima di tutto la pace” che si terrà significativamente a Pompei, città nella quale il Beato Bartolo Longo ha voluto dedicare alla Pace Universale la facciata della Basilica, nella Sala “Luisa Trapani” (attigua al Santuario di Pompei). Anche la data scelta, sabato 23 marzo 2024, ha una valenza simbolica, in quanto è il giorno precedente la Domenica delle Palme, festività carica d’un messaggio di pace. E di speranza, come nel motto del nostro presidente internazionale perché, come scrive Coehlo “L’ora più buia è quella che precede il sorgere del sole”.
Napoli, 9 febbraio 2024
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