7 agosto 2018

A cura della Redazione Social-web Distretto 2100

In Africa per il progetto iniziato nel 2010, che man mano si va perfezionando e arricchendo, con questo viaggio si è portato a termine il progetto ‘It’s time for Muyeye’ del Distretto Rotaract 2100, che quest’anno prevede visite mediche, dispensare medicinali, la realizzazione della costruzione di banchi e sedie per l’Almona Junior Academy di Muyeye gemellata dal 2012 con la scuola Aldo Moro di Casalnuovo, diretta da Michelngelo Riemma, la costruzione del refettorio per i bambini e il montaggio di due impianti fotovoltaici di cui uno sulla scuola e l’altro sul Maternity (piccolo ospedale di cui M. Riemma è riuscito a farsi concedere dal sindaco di Malindi il comodato d’uso per 10 anni).  Al service partecipano Michelangelo Riemma Rotary Nola Pomigliano d’Arco, Teresa De Dominicis, Rotary Acerra Casalnuovo Aniello Montano e marito, Felicia Mocerino (mdico), Filomena Riemma e Francesca Riemma del club Rotaract Nola Pomigliano d’Arco e la figlia di un socio del club di Nola Pomigliano d’Arco, Eleonora Ricco. Il service è stato battezzato dallo stesso Riemma con il nome, “una vacanza donando un sorriso.”

 

 

Dal Diario di Mena Riemma, figlia di Michelangelo

 

La partenza

Dopo 4 anni, il viaggio di ritorno in Terra Africana non è solo un sogno o un pensiero lontano.

È arrivato.

È finalmente arrivato.

Un nuovo gruppo, tra giovani e meno giovani, si è formato.

Per alcuni questo viaggio non è una novità, per altri è l’inizio di una fantastica esperinza.

Tanti i ricordi dei viaggi scorsi, l’ansia pre partenza, la paura, quella genuina, per i nuovi obiettivi e la programmazione da portare termine.

Muyeye, ci vediamo presto, molto presto.

 

Primo giorno

Kenya – l’arrivo

Dopo ben 26 ore di viaggio siamo finalmente arrivati alla nostra destinazione. Oltre a due aerei abbiamo preso un pullmino che in tre ore ci ha portati dall’aeroporto di Mombasa a Malindi; il paesaggio ci ha rivelato già molto dello stile di vita di qui. È incredibile vedere con i propri occhi una realtà così differente dalla nostra, ed è proprio questo il bello!

Eccoci.

La parte più stancante di tutto il viaggio, Mombasa-Malindi è finita da poco.

È quella parte di viaggio che ti immerge in un mondo così diverso a ciò che siamo abituati noi.

Siamo finalmente giunti a Malindi.

Nonostante sono in viaggio da ieri pomeriggio alle 15, aver cambiato 2 aerei, aver dormito si e no 4 ore, mettere piede a Mombasa mi ha fatto sentire a casa.

Già, mi sento come se fossi tornata a casa da un lungo viaggio.

Gli odori, i paesaggi, il traffico, le stradine.

Quanto ha da raccontare il Kenya, quanto avrò da raccontare in questi giorni qui.

Mi sei mancata Africa.

Mi sei mancata Muyeye, ma con te ci vediamo domani.

Karibu nyumbani.

 

Terzo giorno

La sua gioia nel visitare il suo primo bambino appena nato. Le prime volte non si dimenticano mai.

Come le prime visite che venivano effettuate prima dell’apertura del Municipal, in una stanza della scuola con il caldo torrido, le file interminabili.

Passando al Municipal il caldo è stato attenuato dai ventilatori (quando funzionano) ma le file restano uguali e la stanza di una scuola è diventata una stanza d’ospedale con i letti attrezzati e le ‘giuste’ attrezzature.

La gioia di poter sentire il primo pianto di un bambino appena nato, vedere le usanze delle varie tribù che ci sono qui sulla costa.

Da un simbolo sul volto, ad uno straccio sul braccio.

Kenya – il maternity

Il maternity è una struttura di poche stanze dove le donne si fanno visitare dalla ginecologa e dove partoriscono. È tutto molto rustico e c’è solo l’essenziale. Da oggi fino a quando staremo qui una stanza verrà usata dalla nostra dottoressa Felicia per delle visite gratuite per tutti. Accorrono in molti poiché il sistema sanitario in Kenya è a pagamento eccetto per la cura della malaria e dell’aids. Oggi sono arrivate una mamma con due gemelline di un mese con un’infezione da candida, una donna con diversi problemi tra cui uno alle corde vocali, una neomamma che aveva partorito nella stanza affianco appena mezzora prima (e che era già in piedi!!), e altre. A ognuna, dopo la visita, sono state date alcune medicine per la cura e dei vestiti per i figli. Stare così a contatto con le persone del villaggio insegna molto anche a noi; qui ci sono circa 32 tribù diverse, ognuna con le proprie usanze e tradizioni. Alcune, ad esempio, tatuano sulla fronte dei neonati un cerchio nero piccolo per scacciare i brutti sogni e gli mettono al polso un bracciale in stoffa nero per protezione, altre tagliano l’ugola ai bambini per non farli ammalare alla gola, per altri invece ogni scialle ha un particolare significato in base ai colori. Scoprire aspetti di una cultura così diversa dalla nostra come quella kenyota è davvero affascinante.

 

Quarto giorno

Oggi giorno di cambi, visite, contrattazioni, nuovi acquisti. La mattina è iniziata, come al solito freneticamente, tra una scelta di un tuk tuk ed una prima contrattazione per il prezzo del viaggio.

Arrivati in centro, iniziano le varie commissioni per la scuola ed i bambini. Tra soldi da cambiare dove una nuova contrattazione è in atto ad un semplice ritiro di analisi al laboratorio medico, per passare al pagamento della gita scolastica di domani a Mombasa e finire con l’acquisto di banchi e sedie nuove per i bambini della scuola. Un continuo spostamento, un continuo sguardo alla popolazione africana, un continuo conoscere se stessi dinanzi a situazioni nuove ed a volte quasi incredule.

Kenya – Affari

Qui tutto è una contrattazione. Contrattare, soprattutto con i “muzungu”, come chiamano noi bianchi, è un modo di essere per i kenioti. Il cambio euro – scellini è molto conveniente per noi e poiché non conosciamo bene i costi e il valore di molte cose è difficile capire se il prezzo offertoci sia buono o meno.

Ieri abbiamo visto che a scuola mancano alcuni banchi e c’è stato chiesto dalla direttrice di costruire anche una tettoia sulla cucina – questa consiste in uno spazio aperto dove si usa il legno per accendere il fuoco e cucinare nei pentoloni; i corvi di certo non mancano. Abbiamo deciso di utilizzare alcuni soldi stanziati precedentemente per il villaggio per migliorare la scuola e quindi incrementare gli iscritti. Siamo andati a cercare un bravo falegname che ci potesse fare a buon prezzo 12 banchi e 12 sedie e dopo alcuni tentativi e svariate offerte ci siamo accordati. Nei prossimi giorni dobbiamo contrattare per comprare dei pezzi di alluminio per il tetto. Alcuni di noi oggi sono andati anche a comprare un po’ di frutta: mango, banana, ananas, cocco e frutto della passione qui sono buonissimi e spesso si possono raccogliere dall’albero, ma non abbiamo avuto il tempo di farlo. Siamo andati da alcune bancarelle sulla strada e dopo aver scelto la frutta che volevamo siamo stati 5 minuti a cercare di abbassare il prezzo offertoci, ma alla fine abbiamo considerato che anche pagare un po’ di più la frutta esposta era contribuire all’economia locale.

 

Day 5

Giornata (a)tipica a Muyeye.

Ci siamo svegliati con un cielo quasi chiuso. Ci stava avvisando che il tempo non ci avrebbe dato tregua, e così è stato.

Pronti per uscire di casa, con zaini in spalla e borse piene di farmaci e vestiti, ecco che una pioggia bella fitta inizia a scendere.

Smesso di piovere, prendiamo i nostri amato tuk tuk e ci dirigiamo verso l’Almona (la scuola con la quale l’Aldo Moro di Casalnuovo è gemellata) dove ad attenderci c’erano i bambini.

Mentre eravamo intenti a giocare con loro, ecco che la pioggia torna a farci visita.

Io mi rifugio in un’ala vuota con 4 bambini. Loro ormai abituati a questo clima ed a questi cambi di temperatura, nei loro occhi, nei loro sguardi e soprattutto nei propri gesti noti quel pizzico di novità.

La novità di essere chiusi in un’aula con una muzungu (una persona di colore bianco) e di poter osservare dai grandi finestroni in aula la pioggia che cadeva.

Quello che ti insegnano i bambini di tutto il mondo, con la loro semplicità, la loro gentilezza e la loro spontaneità è qualcosa di spettacolare ed unico.

 

 

Kenya – un semplice venerdì

Siamo esattamente sull’equatore, il che significa che il sole tramonta presto, la luna sorge solo alle 22:30 e che c’è un clima equatoriale: le stagioni sono solo due, quella secca e quella delle piogge. Questo è il periodo di passaggio dall’una all’altra e quindi spesso piove durante la settimana, con piogge brevi ma molto violente. Oggi infatti ha piovuto. Appena siamo arrivati a scuola con i tuk tuk (taxi in stile apecar) ci siamo dovuti riparare in una classe e siamo stati un po’ con i bambini. Ieri è stato l’ultimo giorno di lezione, ma la scuola è sempre aperta così da permettere ai ragazzi di mangiare e di avere un punto di ritrovo dove giocare insieme.  Subito dopo abbiamo incontrato la mamma di una bimba che abita dietro le classi e che fa la parrucchiera, e io e Teresa ci siamo fatte fare una tipica treccia africana. È stata un’esperienza molto bella. Eravamo circondate da bambine e sedute nel cortile della casa della parrucchiera, una casa però costituita da pietre, legno e fango, come la maggior parte del villaggio.

Subito dopo ci siamo divisi: alcuni di noi sono andati a trovare la nostra amica Mapensi che ha partorito pochi giorni fa -e che ha chiamato la figlia Good Luck – altri sono andati all’ospedale per vedere come sta la sua mamma che due giorni fa andando a trovare la figlia ha avuto purtroppo un incidente per strada che le ha causato un trauma cranico e diverse escoreazioni. La nostra dottoressa Felicia si è accertata che la gamba non fosse rotta, che le medicine date fossero quelle giuste e che le facessero le medicazioni. Come già spiegato il sistema sanitario è a pagamento e visto che la mamma di Mapensi non può permetterselo pagheremo noi. L’ospedale è un luogo che meriterebbe tante foto ma ovviamente sono vietate. I reparti sono divisi fisicamente da diverse strutture ad un solo piano a cui si arriva con delle passerelle in legno. Le strutture sono buie, fa molto caldo e, almeno dove siamo andati noi, c’erano 50/60 letti molto vicini l’uno all’altro. Durante l’orario dei visitatori ci sono tantissime persone e si notano molto i vestiti tutti colorati delle donne e le preghiere attorno ai letti. Nel pomeriggio, invece, siamo tornati alla casa e abbiamo iniziato a preparare gli zaini e tutta la cancelleria da regalare ai bambini durante una festa che faremo la settimana prossima.

Sesto giorno

Around the market.

Come ogni viaggio che si rispetti, non mancano i souvenir locali.

In tourist market è composto da ‘negozi’ di vario tipo, dal calzolaio che crea modelli di scarpe super colorati al bar, per passare al pittore-artista che usa fantasia ed ingegno per descrivere l’Africa in tutte le sue sfumature (savana, oceano, masai, paesaggi da togliere il fiato) fino ai falegnami.

Infatti qui in Kenya il materiale più diffuso è il legno.

Tanti i colori nel tourist market quante le persone che ti invitano ad entrare, anche solo per dare uno sguardo, nel loro negozio come a mostrare il loro piccolo angolo lavorativo.

Kenya – Il sabato in Kenya

Il sabato è un giorno particolare qui in Kenya. Si celebrano infatti i funerali dei morti della settimana. Ci hanno raccontato che è difficile trovare qualcuno che piange, ma anzi si fa festa tutti insieme. Ci si incontra davanti all’Hospital Funeral Home, si sale su dei camioncini insieme alla bara del morto e si sfila per la strada. Anche se lo sembra, non è per nulla una cosa macabra: basti vedere i colori dei vestiti cerimoniali delle donne e sentire le loro canzoni e preghiere.

Sempre in mattinata siamo stati a scuola per curare alcune infezioni ai bambini, dare le vitamine e distribuire vestiti e zainetti pieni di materiale scolastico. I bimbi trasmettono sempre tanta gioia e non si stancano mai di giocare con i “muzungu” e di stupirsi del nostro colore di pelle.

Nel pomeriggio siamo andati a fare la spesa per la famiglia Randu che abbiamo praticamente adottato e a cui abbiamo fatto costruire una casa in mattoni. Ci hanno accolto in maniera molto cordiale e affettuosa e abbiamo avuto modo di fare un giro per le strade del villaggio più lontane dal centro.

È veramente un altro mondo, ed è bellissimo così.

 

Settimo giorno

 

Kenya – Il Safari blu

Dopo sette giorni in Kenya solo oggi ci siamo trasformati in turisti DOC (solo per oggi però eh!). Siamo partiti stamattina per il Safari blu che consiste in una giornata in barca sull’Oceano Indiano. I colori dell’acqua sono pazzeschi e variano dal blu scuro all’azzurro, al verde limpidissimo fino al quasi trasparente.  Abbiamo nuotato in mezzo ai pesci – ce ne erano alcuni con colori stupendi – e visto alcune parti della barriera corallina. La barca poi ci ha portati molto lontano dalla costa dove con la bassa marea l’acqua si ritira da una secca così da poter camminare sulla sabbia e posizionare addirittura un braciere per cucinare il pesce fresco. Il tutto proprio in mezzo all’oceano!

Inoltre c’erano tantissime stelle marine talmente belle e perfette che all’inizio pensavamo fossero finte!

È stata un’esperienza molto bella!

 

Termineremo poi la giornata con una serata di balli africani e siamo prontissimi a dare il meglio di noi!

 

Con oggi termina la nostra prima settimana di viaggio; il tempo è davvero volato, tanto che mi sembra di essere partita ieri. Siamo solo a metà della nostra avventura in terra africana e per adesso è stato tutto decisamente e semplicemente bellissimo.

 

Continueremo a seguire real time, l’esperienza dei nostri amici rotariani, certi che vi appassionerete alle loro giornate