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Gli Istituti Tecnici Superiori sono la più efficace organizzazione per l’inserimento al lavoro dei giovani diplomati. Nati nel 2010, sono scuole di alta tecnologia strettamente legate al sistema produttivo locale che preparano i quadri intermedi specializzati necessari alle aziende presenti in un determinato territorio. Gli ITS sono infatti realizzati in collaborazione con imprese, università, centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e strutture di formazione. Accedono agli ITS, a seguito di selezione, i giovani e gli adulti da 18 a 35 anni, in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore. I percorsi hanno una durata biennale o triennale (4/6 semestri – per un totale di 1800/2000 ore di cui almeno il 30% è dedicato ad esperienze di stage nelle strutture collegate. L’esperienza lavorativa in azienda può essere svolta con contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca. Il 50% della docenza deve essere espressione del mondo del lavoro o delle professioni. I percorsi formativi si concludono con verifiche finali delle competenze acquisite ad opera di commissioni d’esame costituite secondo le indicazioni delle Regioni e composte anche da rappresentanti della scuola, dell’università, della formazione professionale e del mondo del lavoro.
Alla fine gli studenti possono acquisire un Diploma Tecnico Superiore con la certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche, titolo spendibile in ambito nazionale e comunitario, oltre che come crediti formativi da far valere anche nel sistema accademico per conseguire una laurea finale. Per poter accedere all’esame, gli studenti sono tenuti a dimostrare di aver frequentato almeno l’80% delle lezioni e delle giornate di tirocinio. Gli ITS non rappresentano né una prosecuzione della scuola secondaria superiore, né un corso di laurea breve, ma si collocano all’interno di un nuovo settore: il “terziario post-secondario”; essi nascono infatti dall’esigenza di soddisfare la forte richiesta di profili tecnici specializzati proveniente dalle imprese. Per incentivare le iscrizioni a questi enti di formazione e per potenziare gli stessi il nuovo PNRR (Piano Nazionale di Ricostruzione e Resilienza) ha riservato risorse consistenti, come ha fatto anche l’Europa nel suo piano finanziario 2021-27. L’obiettivo è quello di passare dai 18.000 iscritti del 2021 a 125.000 iscritti nel 2025 eliminando il fenomeno dei NEET (Neither in Employment or in Education or Training) che sta diventando una vera e propria piaga sociale specie non Sud Italia.
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