Lo scorso 14 settembre  al tepore di un sole tipicamente estivo, caldo come solo sull’altopiano silano riesce ad essere in questo periodo, una delegazione del Rotary Club Cosenza Telesio, presidente Pierpaolo Ziccarelli,  unitamente all’Assistente Teresa Fotia,  ha raggiunto Longobucco, splendido paesino adagiato in una vallata della Sila Greca, per visitare il suggestivo, quanto unico nel suo genere, “Museo della ginestra, della seta e della lana” intitolato ad “Eugenio Celestino”, che racchiude una lunga storia di passione, cultura, arte e tradizione, iniziata nel 1930 e che si è mantenuta viva, anzi vivissima, fino ai nostri giorni. Accolti dal Cav. Mario Celestino e dalla sua gentile signora, le porte si sono aperte, con calore ed accoglienza familiare, su uno spaccato artistico e culturale di primo ordine; passa, infatti, da queste stanze la storia di un’attività che rappresenta un tutt’uno con la comunità che la ospita, diventando, negli anni, il riferimento di una produzione artigianale, unica nel suo genere, che può essere considerata una vera eccellenza della terra di Calabria. Attraverso le stanze del museo, dove vengono gelosamente custoditi preziosissimi pezzi storici dell’arte tessile, il percorso segue un ciclo “ideale” di produzione: dalle materie prime impiegate, come la lana di pecora, il cotone, il lino , la ginestra , la seta di baco, fino agli splendidi e preziosissimi tessuti che diventano copriletti, tappeti, arazzi e biancheria, passando dal tradizionale telaio orizzontale calabrese, mediante il quale si tesse la tela e si eseguono contemporaneamente anche i decori a mano, a punto piatto ( passando i fili della decorazione con le dita in mezzo all’ordito), oppure a rilievo (sollevando il filo del decoro con un ferro). L’arte della tessitura che, in passato, trovava un fiorente mercato nell’antica usanza del “corredo”, spesso oggetto di un vero e proprio atto con il quale la famiglia della sposa concordava e quantificava con il futuro sposo la dote e il corredo, costituito generalmente da lenzuola, coperte e biancheria; rappresenta, invece, oggi, una realtà artigianale estremamente raffinata, capace di generare pezzi unici di elevatissimo valore, mediante i quali la famiglia Celestino è riuscita a superare i confini calabresi, prima, ed italiani, poi, affermandosi tra i principali fornitori delle migliori case di moda. Un museo “vivo” perché tra le varie stanze abbiamo trovato anche delle operatici intente a “tessere la tela”, facendoci plasticamente osservare come, da semplici ed informi filati, possano prendere vita splendide ed uniche opere d’arte. Un museo che nel suo indissolubile legame tra una famiglia, un’impresa ed un territorio rappresenta la storia di un luogo e delle sue eccellenze; una storia che ci porta ad un tempo lontanissimo e ci parla di pirati turchi che, durante le scorrerie, rapivano giovani donne e queste, ritornando ai paesi di origine, portavano con loro l’arte della tessitura e del decoro; una storia che diventa leggenda per poi , prepotentemente, tornare ad essere reale, anzi realissima, nella bella realtà che la famiglia Celestino ha saputo creare.