Tra le varie proposte progettuali del Distretto 2100 anno rotariano 2018/2019 c’era il progetto “Beni Culturali”. Il progetto si poneva l’obiettivo di individuare siti di notevole interesse storico-culturale nel territorio del distretto ed intervenire con opere di restauro oppure opere di valorizzazione comunicativa ed interattiva. Il progetto ovviamente era rivolto a siti non promossi sul territorio e di conseguenza non valorizzati, in pratica “dimenticati”, per donargli nuova vita sia per finalità di incentivare il turismo che per cultura nella memoria storica nonchè per offrire opportunità di impiego, quindi accrescere l’interesse dei cittadini attraverso un qualsiasi mezzo di comunicazione. Fu allora che Pasquale Nocerino, allora il presidente in carica del Rotary e-Club Vesuvio, decise di farsi promotore affinchè il Rotary e-Club Vesuvio partecipasse al progetto e pose l’attenzione del Distretto 2100, in quell’anno governatore Salvatore Iovieno, al sito delle “Cento Fontane” in Torre del Greco. Impossibilitato da molteplici fattori ad effettuare opere di restauro, Pasquale Nocerino decise di utilizzare gli attuali mezzi di comunicazione che aveva a disposizione per far conoscere la storia delle “Cento Fontane” a quante più persone potesse essere possibile e per prospettare possibilità di progetti di restauro del sito. Pertanto il Distretto 2100 a mezzo il governatore Salvatore Iovieno consegnò al presidente Pasquale Nocerino una targa, indicante il sito delle “Cento Fontane” con su apposto un QRCode che porta esattamente a questa pagina del sito del Rotary e-Club Vesuvio; quindi lo stesso presidente ha provveduto a donarla al Comune di Torre del Greco. In questo modo, con semplici strumenti alla portata di tutti, in pochi click è possibile informarsi sulla storia del sito “Cento Fontane” e sulle persone che si sono adoperate a fargli ritrovare l’importanza e lo splendore che aveva un tempo.

Storia

Da un documento richiamato dalla “Platea della Regia Università della Torre del Greco” del 1754 si ricava che egli ( Alfonso d’Aragona ) fece costruire per 50 ducati, con atto del 13 ottobre 1451, la fontana sotto la Rupe del Castello , che fu in funzione, con la denominazione di “fontana vecchia” accanto alla più recente fontana settecentesca costruita da G De Bottis sino all’eruzione del 1794. La tradizione della costruzione di tale fontana ad Alfonso d’Aragona è riportata anche dal Sacco-V. Di Donna “L’Università della Torre del Greco del secolo XVIII”,Torre del Greco 1912- “…ed una vaga fontana sotto il Castello edificata da re Alfonso d’Aragona, la quale per mezzo di un gran Mascherone e di 24 cannuoli dava non solo acqua al pubblico ma ancora animava un mulino per macinare i grani”.-“Il porto del corallo” 2007 ESA.

Il monumento è stato completamente sommerso dalle numerose colate laviche del Vesuvio e la forma attuale risale originariamente al 1783, quando per incarico dell’Università (Torre del Greco) il rev. Don Gaetano De Bottis, riuscì a raccogliere l’acqua dispersa e ne rintracciò dell’altra, convogliandola in nuovi e più idonei condotti. Una volta catturata l’ acqua, la fece passare attraverso grotte scavate nel muro di contenimento e nel terrapieno della rupe sotto il castello ottenendo una prima fontana, architettonicamente decorosa, dotata di ventotto “cannuoli” e adibita per bere e fare provviste, poi una seconda fontana con nuovi lavatoi comuni che doveva servire alle donne per lavare i panni. La lava dell’eruzione del 1794 la sommerse completamente distruggendola, ma l’Università riuscì ancora a rintracciare il corso dell’ acqua e fu costruito un nuovo padiglione in fabbrica con cento “cannuoli” che versavano ininterrottamente l’acqua e con dei lavatoi, con uno scalone che permetteva di raggiungerla dalla strada. Anche questa fu distrutta dall’ eruzione nel 1861 e se ne costruì un’ altra lì vicino ma non si riuscì a metterla in funzione per mancanza delle pendenze si decise di riattivare la vecchia fontana sotto il castello che fu inaugurata nel 1879.-

Il sito delle “Cento Fontane” chiamato anche “Fontana dalle Cento Cannelle”, nacque nel 1738 quando il reverendo Gaetano de Bottis, incaricato dall’Università, cominciò degli scavi per ripristinare i vecchi condotti del fiume Dragone situati in quella zona, ormai seppelliti. De Bottis riuscì a raccogliere l’acqua dispersa e anche a rintracciarne dell’altra, convogliando il tutto nuovi condotti. Fece poi costruire una prima fontana con 28 cannelle per bere e per fare provviste d’acqua, una seconda dotata di lavatoi comuni per permettere alle donne dell’epoca di “lavare i panni”. Tutto andò bene per qualche tempo, fino a che l’eruzione del Vesuvio nel 1794 non riversò la lava incandescente nella zona. Inutile dire che tutto il lavoro svolto da Gaetano de Bottis nel sito delle “Cento Fontane” andò distrutto e coperto dalla lava vulcanica. L’acqua dispersa nel sottosuolo era però sempre presente e l’Università provvide a rintracciarla ancora una volta con molti sforzi. Insieme ai cittadini di Torre del Greco, vennero ricostruiti tutti i condotti che qualche anno prima portavano l’acqua alle due fontane, fu ricostruito anche il sito delle “Cento Fontane” e ne fu ampliato e migliorato il progetto. Il nuovo padiglione costruito comprendeva ben cento cannelle che versavano acqua ininterrottamente e dei nuovi lavatoi ai quali si accedeva tramite un’enorme scala in discesa. Le ”Cento Fontane” hanno avuta una notevole importanza in passato per le persone del luogo, basti pensare che le case non erano provviste di impianti idrici come adesso e che, in assenza di un progetto del genere, i cittadini di Torre del Greco avrebbero avuto difficolta nel reperire acqua da bere, per lavarsi e per lavare in generale. Tutto questo fino alla seconda metà del secolo scorso, quando ci si accorse che l’acqua delle “Cento Fontane” era inquinata per infiltrazione di alcune fogne e fu deviata in mare. Da allora questo straordinario monumento è rimasto completamente inutilizzato, quasi dimenticato, senza essere pulito o curato. – torreomnia.

Lunghi e grandi crepacci eranvi per tutte le vie, in conseguenza quella lava, cui poggia Torre del Greco, doveva essere tutta aperta. La bella fontana pubblica de Torresi, che ha venti cannule a getto d’acqua, situata verso la marina, il tremuolo, suppongo, avendo rollo sempre più le lave al di sotto, fece sì che le acque, una volta del fiume Dragone, che poi fu coverto dalle antiche eruzioni, allagarono quel sito. –Aniello Langella “L’eruzione del Vesuvio 1861

Il complesso di cui godiamo oggi risale originariamente al 1783, quando per incarico dell’Università (Torre del Greco) il rev. Don Gaetano De Bottis, con arditi scavi raccolse l’acqua dispersa e ne rintracciò dell’altra, convogliandola in nuovi e più idonei condotti. Fece poi costruire, in grottoni scavati nel muro di contenimento e nel terrapieno della rupe sotto il castello una prima fontana, architettonicamente decorosa, dotata di ventotto “cannuoli” e adibita per bere e fare provviste, ed una seconda con nuovi lavatoi comuni che doveva servire alle donne per lavare i panni. La lava dell’eruzione del 1974 la sommerse completamente distruggendola, ma l’Università riuscì, attraverso scavi nel sottosuolo a rintracciare nuovamente il corso d’acqua. Fu costruito un nuovo padiglione in fabbrica con cento “cannuoli” che versavano ininterrottamente l’acqua e con dei lavatoi, al quale si accedeva mediante uno scalone in discesa. Una nuova eruzione nel 1861 inaridì la fontana e si pensò successivamente di costruirne un’altra in una zona poco distante ma problemi logistici di pendenza non lo consentirono, sicché si decise di riattivare la vecchia fontana sotto il castello che, col padiglione architettonicamente ristrutturato e abbellito, fu inaugurata nel 1879. –FAI

l complesso monumentale delle “Cento fontane” di Torre del Greco, in un tempo non troppo lontano, era un centro di aggregazione pulsante e vivo per tutta la cittadinanza. Le nostre nonne andavano li a rifornirsi di acqua potabile, a imparare a fare il bucato, mentre i nostri nonni, adolescenti, si affacciavano sul vasto spiazzo ai piedi del Palazzo Baronale per ammirare e controllare sorelle, madri e giovani amori.

La struttura nacque nel 1738 quando il reverendo Gaetano de Rottis, per ordine dell’Università, riuscì a raccogliere con scavi impegnativi l’acqua del leggendario fiume Dragone, presumibilmente sepolto dalla lava durante un’eruzione del Vesuvio. Poi fece convergere questa fonte ed altri flussi d’acqua nel terrapieno sotto il Castello Baronale, dove eresse due fontane da 28 cannole: una con acqua potabile, l’altra dotata di lavatoi per le lavandaie.

L’eruzione del 1794 distrusse l’intero complesso ma, come spesso accadeva a Torre del Greco, le fontane furono ricostruite più grandi e resistenti di prima e dotate di 100 cannole da cui presero il nome.

Ciro Adrian Ciavolino, pittore torrese che nel 1978 curò alcune opere di recupero del sito, racconta come, in tempo di guerra, le “cento fontane” salvarono i torresi dalla sete rifornendo d’acqua tutta la città e di come, nei primi anni ’50, le donne erano ancora solite recarsi li per fare il bucato senza contare che molte fasi di lavorazione del corallo, avvenivano proprio in quei lavatoi. – vesuviolive.

Attuale

Per diverse problematiche che circondano questa importante struttura, le cannelle sono decenni che non emettono acqua, il fabbricato è in stato di abbandono. A questo proposito il Rotary E-Club Vesuvio ha pensato di agire diversamente da come si è agito in passato, cercando di informare e sensibilizzare le persone del posto con opere comunicative all’avanguardia e a disposizione di tutti. Al momento tutti i passaggi preliminari sono stati eseguiti. La targa con QRCode è stata creata dal Rotary International Distretto 2100 e consegnata al Rotary E-Club Vesuvio. Quest’ultimo ha provveduto personalmente, nelle vesti del presidente in carica Pasquale Nocerino, a consegnare la targa al Comune di Torre del Greco rappresentato dal sindaco Giovanni Palomba, il giorno 03.12.2020, grazie all’interessamento dell’assessore alla cultura Enrico Pensati, alla presenza dell’addetto alla comunicazione del Comune di Torre del Greco Salvatore Perillo nonché del PDG Salvatore Iovieno e della segretaria del Rotary e-Club Vesuvio Nunzia Caccavale. Sarà ora compito del Comune affiggere la targa all’entrata principale del sito “Cento Fontane”. Il lavoro del Rotary e-Club Vesuvio, però, non è da ritenersi concluso.